Attività geo-archeologica
Nel 1961 inizia l’attività archeologica subacquea con il dott. Franco Papò. Nel corso degli anni successivi conduce numerose esplorazioni e indagini geo-archeologiche in grotte sommerse, antichi acquedotti ed emissari sotterranei etruschi e romani. Nel 1963 con un cercametalli elettronico di sua costruzione rinviene, in una tomba etrusca saccheggiata, una fibula d’oro granulata.
Nel 1963 esegue la prima documentazione fotografica del giacimento preistorico sommerso del “Gran Carro” nel lago di Bolsena, su incarico dello scopritore ing. Alessandro Fioravanti, con il quale collabora numerose volte negli anni successivi. Nel 1966 partecipa alle operazioni archeologiche subacquee sul giacimento con una missione della “University of Pennsylvania” diretta da Peter Throckmorton alla quale partecipano noti archeologi tra i quali l’israeliano Elisha Linder, l’inglese Ridgwei, l’americano Johan Reinhardt, Mario Torelli, Giovanni Colonna, Filippo del Pino e Maria Grazia Fugazzola.
Nel 1965 esplora e studia con Mario Ranieri l’acquedotto etrusco di “Fontana Nova” di Tarquinia (VT) superando in immersione con ARA un angusto sifone: si tratta del primo esempio al mondo di questo genere di esplorazioni.
Dal 1966 esplora sistematicamente i fondali di numerosi laghi dell’Italia Centrale individuando e datando antiche variazioni di livello delle acque. Nel 1970 e negli anni successivi pubblica i risultati delle sue ricerche formulando una teoria che fornisce nuove interpretazioni degli avvenimenti storici che accaddero negli ultimi millenni in conseguenza di cambiamenti climatici, in contrasto con le opinioni allora dominanti. Enti istituzionali italiani e stranieri hanno di recente convalidato la sua teoria climatica, oggi quanto mai attuale.
Nel 1967 partecipa a importanti ricerche archeologiche subacquee nel fiume Garigliano su invito della missione “The Council of Underwater Archaeology” di San Francisco diretta dagli americani Dominique Ruegg e John Huston. Nel 1969 esegue studi e ricerche sulla nave romana di Procchio (Isola d’Elba) con l’ing. Alessandro Fioravanti, su incarico del soprintendente alle antichità dell’Etruria prof. Guglielmo Maetzke, realizzando un fotomosaico dell’intera imbarcazione. Individua nel carico della nave la presenza di un raro minerale, l’“huntite” e ne ipotizza l’uso quale “belletto”. Attribuzione confermata recentemente da altri studiosi.
Nel 1970 esplora e studia la profonda sorgente solforosa delle Acque Albule (Tivoli). Dal 1970 organizza e dirige numerose campagne di ricerche geo-archeologiche nei laghi dell’Italia Centrale con importanti rinvenimenti. Nel 1971 scopre tre giacimenti preistorici sommersi nel lago di Mezzano (VT). Nel 1972, con la collaborazione di Emanuele Loret e Franco
Evangelisti, accerta la presenza di alberi sommersi di epoca romana nel lago di Martignano (RM). Ne stabilisce lo stato sub
fossile, poi ricerca, individua ed esplora l’antico emissario romano che alimentava l’acquedotto Alsietino. Attribuisce le variazioni
di livello del lago a cambiamenti climatici.
Nel 1973 su incarico del Soprintendente all’Etruria Meridionale dott. Mario Moretti organizza una campagna subacquea nel lago di Mezzano mediante attrezzature e tecnologie subacquee di sua ideazione che portano al recupero di una grande quantità di materiale ligneo, ceramico e bronzeo. Parteciparono ai lavori: l’ing. Federico de Strobel, il dott. Ludovico Medolago Albani, il dott. Claudio Mocchegiani Carpano, la dott.ssa Cristina Franco, Giampaolo Buonfiglio, Emanuele Loret, Michela Manzi, Romualdo Luzi e altri collaboratori. Stabilisce che anche questo lago ebbe ripetute variazioni di livello a seguito di cambiamenti climatici.
Nel 1974 individua un giacimento preistorico sommerso nel lago di Bracciano (RM) davanti a Vicarello, con la collaborazione del dott. Cesare La Padula e di Michela Manzi. Ne esegue un primo studio che trasmette alla Soprintendenza all’Etruria Meridionale. Nel 1974 collabora con il prof. Arrigo Cigna a un’indagine per la salvaguardia della Grotta dei Cervi di Otranto, nota per i dipinti preistorici, su incarico del magistrato Alberto Maritati.